Agosto 2018
Due operazioni diverse e ben distinte portano le guardie zoofile della sezione di Ascoli Piceno/Fermo, al sequestro di 2 collari elettrici antiabbaio nel giro di 15 gg l’uno dall’altro. Entrambi i detentori dei cani sono stati denunciati per maltrattamento animale Art. 544- Ter …”Chiunque, per crudelta’ o senza necessita’, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportameti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche”…
I collari antiabbaio sono strumenti che tendono ad addestrare i cani ricorrendo alla tecnica del rinforzo negativo, ovvero quello di associare ad un “comportamento sbagliato” un’ esperienza del tutto negativa (come la scossa elettrica) per indurre l’animale a non ripetere più l’azione indesiderata dal padrone. Il collare, infatti, ha due dispositivi che mandano le scosse elettriche al cane, il tutto è gestito da un telecomando a distanza governato dal padrone, attraverso cui è possibile scegliere l’intensità. Ad usare questo metodo barbaro, sono soprattutto i cacciatori ma la pratica si è diffusa anche tra i padroni che vogliono semplicemente far smettere di abbaiare i propri cani con il fine di non disturbare. Ma l’abbaio altro non è che una forma di comunicazione specifica dei cani, allora perché reprimerla? I bambini piangono, le persone parlano e allora perché se un cane abbaia deve essere sottoposto a scossa elettrica? Che sia una forma di maltrattamento è quindi indubbio ma la legge cosa fa effettivamente a riguardo?
“L’uso del collare elettrico antiabbaio è reato” ma venderlo è legale
La Corte di Cassazione ribadisce il concetto: l’uso del collare antiabbaio, che genera una scossa elettrica, è considerato un reato perseguibile per legge. Infatti, numerosi sono i casi di condanna a carico di proprietari di cani, per aver utilizzato tale collare al fine di addestrare o “correggere” comportamenti di disturbo.
Da un punto di vista amministrativo, ad oggi non sussiste un esplicito divieto di vendita e commercializzazione dei collari elettrici, però la giurisprudenza non ha mancato di chiarire nel tempo la contrarietà di tale utilizzo rispetto al concetto di “benessere animale” e la conseguente rilevanza penale della condotta.