Dal blog di Claudio Mangini riportiamo quanto segue
Padova, 30/08/2018 si è svolto l’atteso incontro tra il sottoscritto e Roberto Marchesini sul tema “zooantropologia” e “cinometria caratteriale”.
Un incontro-confronto che in circa dieci anni fu boicottato per ben quattro volte in ogni modo possibile da quelle che Marchesini ed io abbiamo etichettato come “derive” dei rispettivi ambiti d’appartenenza.
L’evento non aveva certo la pretesa, né il senso, di essere una brutta copia dell’incontro che si tenne alcuni anni fa tra il Prof. Marchesini ed una parte del mondo degli addestratori, visto che in tanti anni di attività ho sempre e solo rappresentato me stesso, il mio modo di lavorare e le personali innovazioni cinotecniche introdotte da oltre un ventennio nel mondo del benessere animale, del comportamento canino e dell’addestramento.
Partendo da un centro culturale “sold out”, e con il prezioso contributo dell’etologo dott. Pierluca Costa in veste di moderatore, l’appuntamento è partito con il ringraziamento del Presidente Nazionale della Lega Italiana Diritti dell’Animale (L.I.D.A.) dott. Massimo Ramello, il quale ha sottolineato il trait d’union ed i veri punti d’incontro dei relatori inserendoli nel più ampio contesto del benessere animale.
Roberto Marchesini ha successivamente spiegato il suo pensiero e, soprattutto, declinato le basi dell’approccio cognitivo zooantropologico, distinguendolo in modo chiaro e netto dalle tante derive che negli ultimi quindici anni hanno creato confusione, semplicismo e degenerazione, arrivando a veri e propri scontri incivili che hanno diviso in tante piccole parti il comparto cinotecnico italiano; soprattutto in relazione agli strumenti educativi usati, e all’abuso di titoli cinofili mai concessi o ad individui espulsi dalla sua sigla.
Le prese di posizione e le prese di distanza del Prof. Marchesini, anche sul fronte delle terapie farmacologiche così tanto in voga al giorno d’oggi, hanno pertanto chiarito in modo inequivocabile il suo lavoro ed i reali contributi da lui stesso apportati allo studio del comportamento animale, all’etologia e alla relazione uomo-cane.
A conclusione del suo intervento Marchesini ha spiegato il ruolo dell’educatore cinofilo, ben diverso da quello al quale ci hanno abituato i social network, definendolo – nella sostanza – come una figura professionale deputata “all’educazione alla cinofilia a 360°” che non scade nel malcostume del “tuttologo”, né si propone di entrare nell’ambito delle discipline sportive per le quali – in ogni caso – egli stesso dovrebbe avere rispetto.
Io ho cominciato il mio intervento percorrendo, sotto il profilo storico, la cinofilia degli ultimi trent’anni, unitamente alle mie prime scoperte e alle applicazioni a queste collegate.
Dopo aver sottolineato il fatto che – a mio avviso – la cinofilia è una materia per pochi, ho esposto la cinometria caratteriale, partendo dalla definizione, e declinandola sul fronte della psicologia umana, canina, in relazione alle scienze sociali e attraverso i rapporti espressivi delle diverse morfo-funzionalità del cane (in sala erano presenti alcuni psicologi e psicoterapeuti), concludendo con la Carta Cinometrica Caratteriale e le sue innumerevoli applicazioni in ambito addestrativo e relazionale.
Un punto importante del mio intervento iniziale è stato rivolto alla differenza che intercorre tra unanimal trainer cinematografico ed un cinofilo per far comprendere il divario tra i due ambiti: da una parte gli obblighi vincolanti di Legge – particolarmente restrittivi in Italia – e di tutela del benessere animale sul set cinematografico,versus un vuoto legislativo nel quale sguazza l’anarchia, l’autoreferenzialità e l’evasione fiscale.
Gli interessanti intermezzi del dott. Pierluca Costa hanno dato ulteriori spunti e significativi contributi che hanno stimolato me ed il Prof. Marchesini ad approfondire alcuni aspetti delle nostre rispettive esposizioni.
A conclusione del dibattito, sia il Prof. Marchesini che il sottoscritto hanno risposto alle domande del pubblico.
Da uomo di cani quale ritengo di essere, nel pomeriggio ho mostrato le applicazioni della cinometria caratteriale c/o il centro cinofilo Black Dogs Cinofilia con una ventina di cani presenti, tra i quali si annoveravano fobici, aggressivi e cani normodotati.
Cosa è uscito da questo dibattito?
In realtà non più di quanto io e Roberto Marchesini sapessimo già da oltre un decennio. La cinometria caratteriale si basa nei suoi costrutti teorici su una “zooantropologia ante litteram” tenendone profondamente conto nelle sue parti applicative ed apprezzando in maniera vincolante i concetti di reciprocità, soggettività e di alterità della moderna zooantropologia.
E’ stato pertanto un incontro più che un confronto, il quale c’è peraltro sempre stato tra noi. E ben al di là delle derive terze e delle strumentalizzazioni che si sono venute a creare nostro malgrado negli anni.
Un dialogo posto sullo stesso piano etologico e culturale con l’intento di replicarlo in altre zone d’Italia, al fine di portare la chiarezza dei due approcci ad un pubblico più vasto.
La perfetta organizzazione curata dal Black Dogs Cinofilia di Padova – sia c/o il centro congressi che in campo – ha permesso che tutto filasse liscio e fosse entusiasmante.
Ringrazio dal profondo del cuore il numeroso pubblico giunto da ogni parte d’Italia, Roberto Marchesini e Pierluca Costa per questa splendida occasione di dialogo tra le parti, con l’augurio sincero che questo incontro abbia fatto chiarezza e possa essere d’esempio nel panorama cinofilo italiano.
Claudio Mangini