Siamo alla periferia di Amburgo, in Germania, all’interno del LTP laboratorio di farmacologia e tossicologia, è uno dei più grandi centri esistenti per la sperimentazione sugli animali. Lì vengono testati farmaci provenienti da tutto il mondo. Un vero inferno per cani, gatti e scimmie sottoposti a crudeli e dolorosi test.
A testimoniare i gravi maltrattamenti a cui sono sottoposti gli animali vi è un video (che non pubblicheremo per non turbare la sensibilità di molti) realizzato da due associazioni per la protezione animali, la Soko Tierschutz e la Cruelty Free International. Le scioccanti immagini di ciò che avviene negli stabulari del LPT sono state riprese da un attivista in incognito e diffuse pochi giorni fa.
Secondo le associazioni animaliste il laboratorio tedesco colpevole di queste atrocità esegue test di tossicità per le aziende farmaceutiche, industriali e agrochimiche di tutto il mondo al fine di soddisfare i requisiti dei governi e delle autorità di regolamentazione. “I test di tossicità comportano l’avvelenamento degli animali per vedere quanta sostanza chimica o farmaco è necessaria per causare gravi danni, nel tentativo di misurare quale dose sia sicura per l’uomo” così spiega la Cruelty Free International. “Agli animali vengono iniettati o fatti inalare quantità crescenti di sostanza per misurare gli effetti tossici. Per fare questo non vengono forniti anestetici o sollievo per il dolore».
Scimmie lasciate da sole in gabbie troppo piccole e incatenate per mezzo di imbracature metalliche, cani feriti sanguinanti e sdraiati nel loro stesso sangue, gatti in sacchi della spazzatura dopo essere stati sottoposti anche a 13 iniezioni al giorno da dipendenti non specializzati. E il risultato si vede sul corpo martoriato dei poveri felini.
Animali visibilmente sofferenti e stressati, trattati con violenza e crudeltà.
Il video mostra decine di cani tenuti in box sporchi di sangue e feci e povere scimmie girare in tondo all’interno delle loro piccole gabbie, dove sono lasciate da sole fino al momento dei test, quando vengono afferrate in modo violento per il collo e immobilizzate per evitare che si ribellino, costretti a vivere in contenitori piccolissimi che non lasciano spazi vitali sufficienti, colti da sanguinamenti copiosi dovuti ai test sulla tossicità a cui vengono sottoposti.
I tecnici, vestiti con tute bianche, usano delle punte metalliche per afferrare per il collo delle scimmie e bloccarle a staffe di metallo. Una in fila all’altra. In attesa di essere sottoposte a prelievi di sangue, costrette a ingerire liquidi o capsule, tenute per ore ferme con le braccia e gambe bloccate Le scimmie si dimenano, cercano di scappare. Ma i tecnici riescono sempre a bloccarle, anche con modalità crudeli, sbattendo loro la testa contro un telaio di una porta. E quando non vengono sottoposte ai test, le scimmie vengono tenute sole, in gabbie di metallo meno di un metro cubo. Nel video girano in tondo, chiaro segnale di stress e sofferenza.
L’inferno continua con le sequenze di cani, per lo più Beagle, sdraiati in quello che sembrava essere il loro stesso sangue e le loro feci. E poi ci sono i gatti
Queste sono solo alcune delle tante, terribili, violente, torture a cui devono sottostare gli animali che vengono sfruttati come cavie per la vivisezione e che sono tenuti prigionieri in diversi laboratori di sperimentazione disseminati su tutto il pianeta.
Le immagini mostrano un’attività che non posso essere non definite “barbare” con animali tenuti in condizioni “spaventose”, senza alcun tentativo di ridurre al minimo la sofferenza come richiesto dalle leggi di molti Paesi
Si violano chiaramente i requisiti minimi dell’Unione Europea in materia di benessere degli animali.
La normativa europea stabilisce infatti che gli animali che per loro natura non sono solitari non devono essere detenuti da soli nelle gabbie. Gli animali devono avere inoltre abbastanza spazio per muoversi e per consentire la più ampia gamma di comportamenti normali.
Come si può pensare che i dati raccolti dagli animali durante questi test siano attendibili? Se queste sono le modalità è palese che la loro fisiologia è alterata dallo stress che stanno subendo
Purtroppo, la situazione riscontrata presso il LPT potrebbe non essere isolato. Infatti, sebbene l’uso di primati e cani nella ricerca sia regolato più attentamente di quanto non fosse in passato, sono ancora regolarmente usati in più parti del mondo.
E noi, in Italia come ci comportiamo?
Gli animalisti ringraziano la Comunità Europea e i Ministeri dei vari paesi, per l’enorme lentezza e disinteresse nell’apportare modifiche alle normative in vigore, ma si sa le case farmaceutiche hanno sempre avuto e hanno tuttora un enorme potere economico.
Dopo il progetto LIGHTUP che è stato approvato e finanziato dallo European Research Council, l’Ente di ricerca a livello europeo, autorizzato dal Comitato Etico dell’Unione Europea, successivamente delle Università di Torino e Parma, e infine dal Ministero della Salute, che prevede l’utilizzo di 6 macachi ai fini sperimentali, e come disse un grande attore…”NON CI RESTA CHE PIANGERE”…