COMUNICATO STAMPA
Torino, 30 ottobre 2017 – La siccità del 2017 e gli incendi che continuano a divampare in questi giorni hanno probabilmente dato il definitivo colpo di grazia alla fauna selvatica piemontese. E’ quanto si legge in una nota congiunta di LIDA, ENPA, LAC, LAV, LEAL, LEGAMBIENTE Circolo L’Aquilone, OIPA, PRO NATURA, SOS Gaia.
L’anomalo andamento meteorologico di quest’estate, che continua anche in questo inizio d’autunno, ha infatti fortemente ridotto le disponibilità alimentari e determinerà per molte specie l’impossibilità di sopravvivere all’inverno in arrivo. La situazione è poi drammaticamente peggiorata dagli incendi che stanno coinvolgendo numerosissime aree del Piemonte ed il cui spegnimento pare estremamente difficoltoso e comunque non immediato.
Già il 29 agosto scorso le associazioni –LIDA, ENPA, LAC, LAV, LEAL, LEGAMBIENTE Circolo L’Aquilone, OIPA, PRO NATURA, SOS Gaia – avevano chiesto alla Regione Piemonte di prendere in seria considerazione le conclusioni dell’ISPRA (l’Istituto pubblico che istituzionalmente si occupa di problemi della fauna) e prevedere serie limitazioni dell’attività venatoria per la stagione 2017/2018. La Regione nulla ha fatto.
“La Legge 157/92 prevede proprio la possibilità che la Giunta Regionale possa adottare idonei provvedimenti di limitazione della caccia per tutelare le popolazioni selvatiche in difficoltà. Se questa che viviamo non è una significativa emergenza ambientale che necessita di provvedimenti seri e urgenti ci chiediamo quale possa essere. Non solo: la Legge 353/2000 (Legge quadro in materia di incendi boschivi), al comma 1 dell’art. 10 prevede una serie di divieti che riguardano le zone percorse dal fuoco, tra cui in particolare, il divieto di caccia”. “Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia”. Tale divieto è immediatamente operativo, indipendentemente dalla perimetrazione che i comuni sono obbligati ad effettuare ai sensi del comma 2 dello stesso articolo.
“Mentre i cacciatori in Val di Susa circondano le zone percorse dal fuoco e attendono gli animali stremati per ucciderli, l’assessore regionale Giorgio Ferrero con lettera del 25 ottobre 2017 indirizzata agli ambiti di caccia (ATC e CA) subordina il proprio agire alle richieste del mondo venatorio. Invece di intervenire con tempestività per tutelare la fauna selvatica l’assessore Ferrero chiede ai cacciatori cosa debba fare”, accusano le associazioni. LIDA, ENPA, LAC, LAV, LEAL, LEGAMBIENTE Circolo L’Aquilone, OIPA, PRO NATURA, SOS Gaia chiedono alla Regione Piemonte “Un immediato provvedimento di sospensione dell’attività venatoria su tutto il territorio regionale in attesa di corrette valutazione sugli effetti futuri che l’attuale drammatico stato di calamità potrà avere sul patrimonio faunistico della nostra regione”.
Gli incendi che divampano nelle vallate piemontesi da una settimana stanno mettendo a dura prova boschi ed ecosistemi montani, già messi in crisi dalla perdurante mancanza di precipitazioni.
Sono state colpite zone di interesse comunitario con fauna endemica, patrimonio naturale delle nostre valli, vero scrigno di biodiversità, è una strage silenziosa quella degli animali abitanti del bosco, i grandi volatili sono fuggiti, per i piccoli mammiferi è stata una strage lepri, faine, scoiattoli ecc.
“Chiediamo all’amministrazione regionale di mettere in atto i provvedimenti necessari a tutelare la fauna selvatica e gli ambienti naturali, sospendendo la stagione venatoria, su tutto il territorio regionale in attesa di corrette valutazioni sugli effetti futuri che l’attuale drammatico stato di calamità potrà avere sul patrimonio faunistico della nostra regione”.
“ Ricordiamo che l’esercizio dell’attività venatoria, è consentito purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica. La fauna selvatica infatti non può’ essere considerata, solo una risorsa produttiva. Ma rappresenta un elemento essenziale per gli equilibri dell’ecosistema e dev’essere tutelata nell’interesse dell’intera comunità’.