Una segnalazione al giorno, circa duecentocinquanta accertamenti eseguiti sul campo, per un totale di 10.000 euro di multe e un sacco di cani “salvati” dal loro triste destino. È questa una parte del bilancio 2020 delle Guardie eco-zoofile varesine che, sul nostro territorio, vede per esempio impegnate Lida (Lega italiana diritti degli animali), coordinata da Debora Baraldi e Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali), guidata da Carlo Tomasini.
L’anno scorso l’attività è stata chiaramente rallentata dal lockdown e dalla pandemia ma, purtroppo, i maltrattamenti o i comportamenti errati nei confronti dei cani e degli animali sono proseguiti. «Nonostante ciò – spiega Baraldi – la nostra efficacia non è stata minata. I due nuclei Lida e Oipa hanno comunque operato circa 250 accertamenti sul territorio a seguito di segnalazioni da parte dei cittadini. Si tratta di cani detenuti alla catena che, ricordiamo, è vietata del 2017 oppure di spazi detentivi di dimensioni ridotte. E ancora: ci siamo trovati davanti ad animali lasciati senza custodia in fondi o orti lontano dalle abitazioni, fino ad arrivare a casi più gravi come il maltrattamento o l’uccisione dell’animale». Insomma, purtroppo questi fenomeni di maltrattamento continuano a esserci: «Un accertamento – aggiunge la coordinatrice di Lida – significa che ci siamo recati sul posto a compiere una verifica ed è stato emesso un verbale che, non necessariamente, porta a una sanzione. Per esempio si possono indicare delle prescrizioni, come sistemare o pulire il box in cui si trova l’animale, oppure si chiede di microchippare. Se le guardie ripassano in un secondo momento e la prescrizione non viene eseguita, scatta un provvedimento che, nei casi peggiori, può arrivare anche al penale. Ricordiamo infatti che i nostri nuclei agiscono come pubblici ufficiali o agenti di polizia giudiziaria amministrativa, e, l’anno scorso, le multe emesse hanno raggiunto i 10.000 euro. La crescita della sensibilità verso gli animali rende ogni cittadino più attento al loro benessere, anche se a volte la sensibilità va oltre quanto prescritto dalle leggi. Da qui la delusione di non veder risolti, come da aspettative, gli interventi del nostro personale: purtroppo ci teniamo a evidenziare che ciò che siamo chiamati a fare, come qualsiasi organo di polizia, è quello di ristabilire le situazioni nei modi e termini previsti dalla legge e non come vorrebbe la volontà del singolo».
Insomma, questa sorta di “polizia animale” rappresenta la salvezza per molti quattro zampe che hanno gli occhi spenti, sono denutriti o tristi.
«Spesso – afferma Baraldi – troviamo ancora dei cani senza il microchip oppure con un’iscrizione non aggiornata nei cambi di residenza e detenzione. Ricordo che, oltre all’obbligo di legge punito con una sanzione amministrativa, l’importanza di iscrizione all’anagrafe dal 2020 riguarda anche i gatti e si tratta di un adempimento essenziale per una facile rintracciabilità del proprietario in caso di smarrimento e come primo ostacolo al contenimento del randagismo».